Storia

L'attitudine di alcuni studiosi a conservare, censire e talvolta mostrare i preparati utilizzati per le proprie ricerche ad un pubblico, seppur  ridotto, composto da esperti, fece sì che presso la Scuola Veterinaria di Torino si costituissero delle raccolte di strumenti e campioni biologici.  Queste collezioni divennero nel tempo piccoli musei specialistici: il più antico fu quello di Anatomia normale, che occupò ampi spazi al primo piano dell'edificio di Via Nizza 52 a Torino, sede della Scuola fin dal 1859 e che andò distrutto, unitamente a molti cimeli, a seguito di un bombardamento aereo durante la seconda guerra mondiale.

Il tentativo di ricostruire l’ampiezza e la completezza di questo patrimonio storico, facendo ricorso agli inventari amministrativi degli ex-Istituti avrebbe avuto scarso successo, principalmente a causa del limite di tempo da essi coperto; quanto si può oggi esporre, tuttavia, presenta un quadro sufficientemente documentato e interessante dell’evoluzione della disciplina nelle sue varie articolazioni.

Dal 2000, a seguito del trasferimento della Facoltà di Medicina Veterinaria (oggi Dipartimento di Scienze Veterinarie) dalla sua sede storica all'attuale, nel Campus universitario di Grugliasco (TO), spazi dedicati ospitano il nuovo Museo di Scienze Veterinarie, che conserva tutti i reperti ritenuti particolarmente significativi e provenienti dagli ex-Istituti.

In apposito locale, è stata inoltre ricollocata una raccolta ottocentesca, pervenuta ai giorni nostri non più completa: si tratta della collezione di parassiti del prof. Edoardo Bellarmino Perroncito (1847-1936), patologo e parassitologo, noto per aver individuato in un nematode, nel 1879, la causa della grave anemia che uccise migliaia di minatori del S.Gottardo. Unitamente a strumenti, libri e carte appartenute al professore, nonchè ad alcuni cimeli provenienti dall’ex-Istituto di Anatomia Patologica e consistenti in microscopi, microtomi, accessori per istologia, ferri chirurgici e per dissezioni, preparati istologici e campioni anatomopatologici, la collezione costituisce oggi una sezione separata del Museo di Scienze Veterinarie, denominata "Museo Perroncito". 

Nel 2016, il Museo di Scienze Veterinarie è stato riallestito, seguendo un criterio tematico. Oltre ad una piccola collezione zoologica di preparati tassidermici, vi è una raccolta di ferri chirurgici e ostetrici, con alcuni modelli inventati da docenti della Scuola. Molti degli strumenti utilizzati per le analisi chimiche, le bilance, la vetreria, gli spettroscopi, le centrifughe, i pHmetri, i colorimetri provengono direttamente dai laboratori di clinica medica, di zootecnia, di farmacologia e di tossicologia.Vi sono inoltre pregevoli microscopi, microtomi, apparecchi fotografici e cinematografici, insieme ad alcuni oggetti legati all'attività del veterinario professionista e militare.

Il patrimonio storico comprende anche un fondo librario, costituito da testi per lo più ottocenteschi, appartenuti a docenti della Regia Scuola Superiore di Medicina Veterinaria, o da essi scritti e talvolta annotati. Si sta costituendo, infine, un archivio delle carte, appartenute al singolo docente o all'istituzione. Libri e carte esplicano la preziosa funzione di collegamento con i reperti museali, talvolta illustrandoli e mostrandone il funzionamento.